La parte “mare” del viaggio in Malesia è quella su cui abbiamo dovuto informarci di più. Non si sente spesso parlare di soggiorni mare in questo paese (come, a esempio, per la Tailandia) e quindi, con le informazioni, partivamo proprio da zero. Dopo avere consultato la Lonely Planet e avere letto parecchi racconti di viaggio sul web, abbiamo capito che le Isole Perhentian facevano al caso nostro.
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Le isole Perhentian, insieme alla giungla del Borneo, rappresentano la parte naturalistica più autentica del nostro viaggio in Malesia. Chiamate Pulau Perhentian, in linguaggio malay, sono un gruppo di isole situate a una ventina di chilometri a nord est dalle coste della Malesia peninsulare, a ridosso del confine thailandese. Solo 2 sono abitate: Pulau Besar (isola “grande”) e Pulau Kecil (isola “piccola”) e tutto l’arcipelago appartiene al Parco Nazionale Marino di Redang, isola principale del gruppo. Essendo un’area protetta, la raccolta di coralli e altre specie marine è severamente vietata, così come lo è la pesca in ogni sua forma. Il paesaggio di queste isole è strepitoso: mare di un colore cristallino, ideale per lo snorkeling, ricca fauna marina visibile anche a riva e giungla nelle zone non direttamente a contatto col mare.
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Il paesaggio e il clima
Per scelta o forse per imposizione (in entrambi i casi è una fortuna!), i servizi turistici sono ridotti al minimo e il paesaggio non è stato deturpato da nessuno di quei grandi resort che spesso rovinano, a mio avviso, spiagge bellissime. Ciò mantiene intatto l’equilibrio ecologico e rende le isole Perhentiane un vero e proprio paradiso naturale. Non ci sono strade e, una decina di anni fa, sono state installate 3 turbine eoliche, in modo da fornire energia alle isole in modo pulito. I turisti vengono avvisati che, se la produzione non dovesse essere sufficiente a coprire la richiesta, potrebbero esserci delle interruzioni nella fornitura di energia elettrica (a noi non è mai successo). Ma è un “sacrificio” benevolmente accettato se si tiene conto che il “ritorno” è un soggiorno incredibilmente tranquillo in un luogo quasi incontaminato.
Tutta la vacanza in Malesia è stata caratterizzata da un clima caldo-umido (molto caldo e molto umido…), che non ci ha abbandonati nemmeno qui alle isole Perhentian. Compreso l’immancabile acquazzone del tardo pomeriggio. Ma, in effetti, chiamarlo “acquazzone” è un po’ riduttivo: nuvoloni neri che si avvicinavano rapidamente e uno scroscio impressionante di acqua mista a vento, che, almeno in un’occasione, ha rischiato davvero di fare danni (e feriti). Una sera, in uno dei ristorantini sulla spiaggia, uno dei grandi ombrelloni (che non era stato chiuso in tempo) si è staccato a causa del vento fortissimo ed ha colpito violentemente le persone che si stavano riparando sotto la tettoia. Per fortuna nessuno si è fatto male e, vedendo la scena, lo considero tutt’ora un mezzo miracolo.
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Come si arriva alle isole Perhentian
Le isole Perhentian sono raggiungibili solo via mare. Noi abbiamo preso una barca veloce da Kuala Besut, che in circa mezz’ora (o poco più) ci ha lasciati sulla nostra spiaggia a Pulau Besar. So che ci sono collegamenti anche da Tok Bali, una cittadina un pochino più a nord.
La sera prima del trasferimento abbiamo pernottato a Kota Bharu, una città che abbiamo visto solo il tempo di una cena ma che, dal tragitto Areoporto-hotel, ci è sembrata piuttosto triste. Con l’unico vantaggio di essere ben collegata a Kuala Lumpur (da dove arrivavamo) con degli economici voli interni. Ci abbiamo pernottato solo per essere già lì di prima mattina e arrivare alle Perhentian il prima possibile.
Per il tragitto Kota Baru-Kuala Besut abbiamo scelto il taxi, invece del più economico bus. La mia opinione è che 17€ per più di un’ora di taxi sia un prezzo più che accettabile. Non si è vincolati ad orari, si percorre il tragitto molto più velocemente e si viaggia comodi, soprattutto se, come noi, si devono trasportare i bagagli di 3 settimane di viaggio.
I mezzi che collegano Kuala Besut alle isole Perhentian sono sostanzialmente delle barche da 7/8 posti. Non sono comode, né per la seduta né per salire/scendere e vanno piuttosto veloce, quindi bisogna un po’ adattarsi. Ma alla fine si tratta di una mezz’oretta, quindi fattibilissimo.
Dove dormire alle isole Perhentian
Dopo essermi informata, ho scelto il Perhentian Island Resort (PIR) sull’isola di Besar. Il motivo era sostanzialmente uno: la sua spiaggia era giudicata da tutti come la più bella delle 2 isole. E questo, per 3 giorni di mare, era il requisito principale.
Per prenotare ho contattato direttamente la struttura (ma lo trovate anche su Booking), che mi ha proposto varie combinazioni. Ho prenotato 3 notti in Deluxe Room (ve la consiglio perché, a fronte di un piccolo sovrapprezzo, i bungalows sono in posizione privilegiata), pensione completa, trasferimento in barca veloce da Kuala Besut compreso, a circa 165€ a testa. Ci siamo trovati bene al PIR, devo dire. La spiaggia fantastica e alla camera non mancava nulla.
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La camera
Non fatevi ingannare dal nome altisonante: il PIR non è uno di quei complessi a 5 stelle con 7 piscine e 10 ristoranti (che io evito sempre). C’è una piccola hall, un ristorante (entrambi “aperti”, in perfetto stile esotico) e parecchi bungalows “bifamiliari”, sparsi nel verde di fronte alla spiaggia. Le costruzioni non sono di nuovissima fattura, ma perfettamente integrati nell’ambiente, sono puliti e hanno un meraviglioso piccolo portico vista mare.
Il mare delle isole Perhentian
Il mare è la “cosa” più bella delle isole Perhentian e sicuramente il motivo per il quale consiglio di andarci, uno dei più belli che abbia visto in vita mia. Acqua calma e di colore cristallino, squaletti che vengono a curiosare fino a riva, razze, pesci pagliaccio che difendono il loro anemone e ti si rivoltano contro minacciosi se ti avvicini troppo. Bellissimo snorkeling a poche bracciate da riva e la possibiltà, con pochi euro, di acquistare un passaggio col water-taxi per fare un bagno nei pressi delle isole vicine e vedere qualche altro paradiso naturale.
Gli incontri inaspettati
Durante l’ultimo bagno qui alle isole Perhentian abbiamo raggiunto a nuoto una piccola piattaforma che era ancorata a qualche decina di metri dalla spiaggia. Per la prima volta, abbiamo lasciato a riva la macchina fotografica, per poter nuotare più liberamente. Seduta rilassata sulla piattaforma a cercare di memorizzare quel panorama meraviglioso, ho notato che qualcosa affiorava dall’acqua e ho detto a mio marito: “…ma cosa ci fa una roccia in mezzo al mare?”. Non avevo ancora finito la frase che entrambi avevamo realizzato: non era una roccia, ma una tartaruga! Un’enorme tartaruga che nuotava beatamente a pochi passi da noi: ogni tanto tirava fuori la testa dall’acqua per poi scomparire di nuovo.
In piedi sulla piattaforma cercavano di seguirne il percorso per non perderla di vista. Quando ha iniziato ad allontanarsi, mio marito si è tuffato per seguirla e io ho nuotato il più velocemente possibile fino a riva (e ritorno) per prendere la macchina fotografica. Era pomeriggio e il mare non era limpidissimo, quindi il filmato non è un granchè, ma è stata comunque un’emozione nuotare vicino a questo mito dei mari che, oltretutto avevamo incontrato per caso e senza alcuna ricerca. Ripensandoci: non sarà stata lei a volere incontrare noi?
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Il cibo alle isole Perhentian
Devo fare un appunto sul cibo del PIR: colazione, pranzo e cena erano a buffet; c’erano tante cose, ma solo piatti asiatici (riso, pesce, carne, …) , alcuni piuttosto speziati e sempre gli stessi. Per 3 giorni ok, ma se fossimo stati una settimana credo saremmo andati in astinenza da cibo mediterraneo.
Consiglio sicuramente di soggiornare al PIR, ma solo B&B: se riuscite a tollerare, come trasferimento per la cena, una passeggiata di 10 minuti lungo una splendida spiaggia al tramonto, troverete, dietro l’angolo, oltre a hotel e sistemazioni più spartane, diversi ristorantini che cucinano pesce fresco alla griglia a prezzi più che onorevoli.
Tant’è che una sera, nonostante avessimo la cena compresa in hotel, abbiamo deciso di cenare lì. Non aspettatevi chissà cosa: tavoli in plastica senza tovaglie, posti a sedere da accaparrarsi, pulizia dei tavoli che definirei “così-così” e un po’ di confusione. Il cibo era molto buono ed è stato anche carino fare un po’ di “inevitabile” socializzazione con altri turisti che sedevano di fianco a noi. Se siete rapidi, avrete anche la possibilità di cenare su uno dei tavoli direttamente sulla sabbia della spiaggia (con un po meno luce e un pochino più di calma e di privacy).