Dov’è iFly-Singapore
L’isola di Sentosa, sede di iFly – Singapore, ha un’estensione di 500 ettari ed è situata presso la punta meridionale di Singapore. Oltre ad essere la meta preferita dei singaporesi in cerca di relax (qui si trovano le uniche spiagge di Singapore, artificiali) è visitata anche da più di cinque milioni di turisti all’anno: l’isola, infatti, è una sorta di grande parco dei divertimenti, con tantissime attrazioni spettacolari, bellezze naturalistiche, negozi, ristoranti e alloggi. Noi l’abbiamo raggiunta con un comodo bus (era compreso nell’abbonamento giornaliero ai bus scoperti che girano per la città). Ma il mezzo di trasporto più scenografico è senza dubbio la telecabina sospesa sul mare che, partendo dalla cima del monte Faber, raggiunge Sentosa dopo avere sorvolato la città e il porto di Singapore.
Tra le attrazioni, ce ne sono alcune di molto interessanti. Ad esempio, gli Universal Studios; oppure il “Wave House”, dove cavalcare le onde artificiali col surf; o la AJ Hackett, una piattaforma alta 50mt per il bungy jumping; o ancora l’Adventure Cove Waterpark, un bellissimo parco acquatico con scivoli spettacolari.
Ma quella che ha attirato da subito la nostra attenzione è stata iFly: la prima e più grande galleria del vento al mondo dove fare skydiving! In effetti, è difficile non esserne attratti, letteralmente parlando: il tunnel in vetro, alto circa 5 metri e mezzo (pare sia l’unico al mondo), è visibile dall’esterno percui, passeggiando a piedi nei paraggi, si vedono improvvisamente persone al suo interno che, con casco e tuta, volteggiano nell’aria come se si fossero appena lanciate da un aereo! Ecco, il fatto che tutti possano osservare le nostre “evoluzioni” (senza dubbio sbilenche, probabilmente perfino comiche…), è stato il nostro unico dubbio, che abbiamo magistralmente superato con un proverbiale “…ma tanto non ci conosce nessuno!”.
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Come funziona
Partiamo dal prezzo: quanto costa iFly-Singapore? Non poco: 2 “lanci” di 45 secondi ciascuno ci sono costati 109 dollari di Singapore. Con un po’ di sconto se paghi con carta di credito (che abbiamo usato…ma l’avremmo usata comunque).
Le raccomandazioni iniziali prevedono, tra l’altro, che debbano astenersi dal parteciparvi coloro che hanno problemi a ginocchia/spalle/schiena; questo ha messo subito fuori gioco mio marito che, all’epoca, aveva una spalla in via di guarigione.
Prima dei lanci è previsto un corso della durata di 45 minuti, tenuto dall’istruttore che poi sarà presente durante l’intera permanenza nel tunnel. Verranno fornite tutte le attrezzature di sicurezza: una tuta, un casco, un paio di occhiali.
Il corso iFly-Singapore
Il corso di iFly è in lingua inglese, quindi parlare questa lingua è un requisito indispensabile. Il mio istruttore, Joshua, un ragazzo di Singapore, viene a prendermi nella hall e mi accompagna in una piccola sala-cinema dove vengono proiettati alcuni filmati sui lanci dagli aerei. Ognuno dei lanci che farò io equivale a percorrere in caduta libera una distanza dai 12.000 ai 3.000 piedi!
Mi mostra, poi, la posizione da tenere durante il “volo”. Anche mani e piedi, oltre che il corpo, ovviamente, devono assumere posizioni ben precise e lui è molto puntiglioso su questo aspetto. Mi corregge più e più volte anche solo l’inclinazione del piede e me la fa ripetere finchè, secondo lui, non è perfetta!
Quindi, la parte più divertente: i segnali. Durante i lanci sarà necessario comunicare, ma per via dell’aria e del rumore non sarà possibile farlo a voce. Ecco quindi che alcuni segni fatti con le mani, mi diranno cosa devo fare o cosa c’è bisogno che corregga nella mia posizione. Chi ha giocato a baseball o a softball (come me) diciamo che “si sente un po’ a casa”! C’era il segnale del “stendi di più le gambe” quello dell’ “apri un po’ le braccia”, del “tira su la testa”, e così via.
Infine, proviamo l’entrata e l’uscita dal tunnel di iFly. Può sembrare inutile (e lo sembrava anche a me), ma entrare in un flusso d’aria di quella potenza (o uscirne), assumendo una precisa posizione invece che farsi spazzare via, non è proprio una cosa banale.
Bene, siamo pronti. Un “cinque” di incoraggiamento e andiamo!
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I lanci
Indossati tuta, casco e occhiali, entro a “bordo-tunnel” e, mentre aspetto il mio turno, ripasso mentalmente i segnali. Sono un pochino nervosa, lo ammetto. Lì fuori, a guardarmi dal piazzale di iFly, non sono c’è mio marito, ma tutti quelli che si trovano a passare di lì: non voglio fare brutta figura!
Quando Joshua mi chiama, mi avvicino alla piccola porticina e mi lascio cadere all’interno, come avevamo provato. Wow! Sto volando! La sensazione è fantastica. Ma non posso distrarmi, devo rimanere concentrata: la braccia mi sembrano a posto, i piedi bene tesi e in alto. Joshua mi fa un “ok” con la mano…quel segnale non c’era tra quelli che avevo memorizzato, ma credo di capire cosa significhi. Improvvisamente, da circa 1 metro di altezza, inizio a salire, fino in alto! A volte finisco contro le pareti, ma, come mi è stato detto “Niente panico. Spingi delicatamente contro la parete con mani o piedi e allontanati”. 45 secondi sono finiti. Joshua mi spinge verso la porticina ed esco. Qualche minuto di pausa e sono pronta a rientrare.
Il secondo lancio sta andando liscio come l’olio quando, ad un certo punto, Joshua si mette davanti a me e, con le mani in posizione, si inclina da una parte, come a mimare un areoplano che vira da una parte. Non capisco…e non mi sembra di ricordare un segnale come quello, ma lui insiste, ed io mi inclino come lui. Risultato, senza nemmeno accorgermene mi capovolgo in aria e precipito rovinosamente, prima sulla parete e poi sulla grata che ci fa da pavimento. Joshua mi prende al volo e letteralmente mi rigira “pancia in giù”, come se fossi una tartaruga! E riprendo il mio volteggio…un pochino scossa e, più ancora, imbarazzata…
Alla fine di tutto, una volta fuori dal tunnel, Joshua viene a darmi il “cinque” e a dirmi che iFly sarebbe lieto di farmi fare altri lanci per la modica cifra di 40 dollari di Singapore cadauno. Ringrazio e dico che per oggi basta così. Poi faccio per scusarmi del “cappottamento” e lui interviene: “…è colpa mia! Ma andavi così bene che ho cercato di dirti di inclinarti un pochino, per farti fare una virata, ma hai inclinato un po’ troppo!”.
Per concludere: qual è la mia opinione su iFly Singapore? E’ caro, ma sono bene organizzati e nel complesso sono rimasta soddisfatta. Lo rifarei? Sì, perchè un po’ tutti ci chiediamo cosa si provi a volteggiare nell’aria e non ci sono molte occasioni per provarlo (almeno per quanto riguarda me). E adesso posso dire “Io l’ho provato!”
(nelle 3 foto sotto, la sequenza del mio ribaltamento durante il lancio n.2!)